lunedì 30 settembre 2013

Taste of roma 2013

Avevo già parlato di manifestazioni gastronomiche, e l'impressione è più o meno la stessa. Sono andato il venerdì nella sessione pranzo, ovviamente dopo essermi procurato un invito come immagino tutti. Non credo ci sia qualcuno disposto a pagare il biglietto di 16 euro per poter entrare in uno spazio dove si deve sgomitare e fare la fila  per poter acquistare cibo o vino o (molta di più) per avere un assaggio gratuito.
Tra l'altro se vi chiedete a cosa serve il bicchiere da degustazione visto che non si degusta niente, la risposta è: a comprare il vino, che viene servito solo negli appositi stand Trimani.
Chiaramente si viene per assaggiare un piatto di grandi chef a un prezzo molto più basso di quelli praticati nei loro ristoranti, solo che l'esperienza non è assolutamente comparabile. Stoviglie, comfort e, spesso, temperatura di servizio sono diverse. Gli chef sono richiestissimi per le foto ricordo, dicono, purché si abbia la fortuna di trovarli ai loro stand.
E così gli assaggi hanno salvato l'umore del povero visitatore: il prosciutto di Ferrarini, la pasta di Secondi, la carne di (riguardo sul librettino e ve lo dico), il trapizzino di Callegari e Dissapore (non so bene chi offriva tra i due, le dinamiche tra promozione di eventi e web sono molto misteriose se viste dal di fuori), ben croccante ma meno delle bruciacchiature di Sforno, proprio prima che lo staff e gli altoparlanti invitassero bruscamente a lasciare l'area per la chiusura.
Ma alla fine che cosa ho mangiato? Ravioli di amatriciana con guanciale croccante, di Cristina Bowerman, in cui il sugo di amatriciana era il ripieno dei ravioli, idea ormai non nuova, ma ben eseguita.
E poi l'intero trittico di Heinz Beck, Spaghetti cacio e pepe con gamberi bianchi marinati al lime, in cui i gamberi arricchivano senza traumi la ricetta classica, “Tonno tonnato”, dove la ricetta del vitello tonnato viene invertita, il tonno è al posto del vitello e la gelatina di carne sostituisce la salsa tonnata, e l'assaggio migliore della giornata, anche perché con un confezionamento meno penalizzante, il "Cremoso al pralinato con mousse alla  fava di tonka e composta di mele verdi e zenzero".



Cremoso di Heinz Beck



Crediti: foto - Scatti di gusto

martedì 17 settembre 2013

I porchettoni

via del pigneto, 68
AGGIORNAMENTO 2017
Ha stranamente cambiato nome, adesso si chiama Trattoria Pigneto, ma non gestione, arredamento e offerta, compresa la porchetta a portar via dalla finestra. Quello che è cambiato significativamente sono i prezzi, con primi a 9 euro e il cosiddetto taglierone a 18. A questi prezzi si trova decisamente di meglio in zona.

Messo al posto di un negozio di porte blindate, alla sua apertura ha riempito meritoriamente un vuoto, quello della possibilità di avere una cena (o quasi) seduti a prezzo contenuto, quando fino a quel momento l'unica alternativa era la baked potato di Kalapà.
Nominalmente sarebbe una fraschetta, la qualità del cibo è piuttosto buona, considerando che anche ai castelli la tradizione è piuttosto svanita: porchetta, coppiette, salumi e formaggi, eccellente il misto bufala (8 euro).
Altrimenti primi onesti a buon mercato. Il vino sfuso, almeno il rosso, è più buono di quanto ci si potrebbe aspettare.

giovedì 5 settembre 2013

Bancovino

via pietro borsieri, 27 - telefono 06 87673864

Posto aperto di recente a Prati, molto piccolo, in pratica c'è solo il bancone e un paio di tavolini a scomparsa, che combatte le dimensioni ridotte con una offerta a tempo pieno, aperto dalle 12 alle 24 e con prodotti anche da comprare e portare via. Noi abbiamo provato la formula bicchiere di vino (5 euro) e piatto freddo (intorno ai 10), prendendo il praticamente il "vino della casa" visto che i proprietari di bancovino sono gli stessi di cantine lupo. Il primolupo (rosso) ci è piaciuto di più del terra marique (bianco). Niente da dire su piatto di salumi e burrata di andria. Andiamo via con l'impressione che i ricarichi siano alti e che i clienti conosciuti siano trattati meglio di quelli nuovi.