Via Ostiense, 178 - Tel 06 5741172
A Roma, come è noto, esiste tutta una serie di trattorie tradizionali romanesche, in cui sembra ci sia un tacito accordo tra ristoratori e clienti su una particolare rusticità di arredamento, servizio e cucina, che i clienti accettano lì ma non gradirebbero in altri tipi di ristoranti.
Esiste poi la categoria più ristretta delle trattorie romanesche dove è stato Pasolini: si riconoscono dal conto salato, da una serie di memorabilia alle pareti (foto, ritagli di giornale, affreschi) e da un maggiore compiacimento nell'aver mantenuto il locale identico a quaranta anni fa.
Al biondo Tevere è il locale dove Pasolini portò a mangiare Pino la rana la sera in cui fu ucciso (lui aveva già mangiato con Ninetto Davoli da Pommidoro a San Lorenzo). Grande locale su via Ostiense, con una sala molto grande, una più piccola con il forno a legna e due dehors, con un menu che si può definire come tradizionale semplice (niente quinto quarto, per intendersi). Antipasti che comprendono anche i fritti da pizzeria, primi con le solite carbonara, amatriciana, cacio e pepe, gricia, fettuccine ai funghi e piatti di pesce tipo spaghetti alle vongole. Secondi con abbacchio alla scottadito, bistecca di manzo, saltimbocca alla romana, frittura mista di pesce, contorni (indovinate) puntarelle e cicoria, dolci come tiramisu, creme caramel, crema catalana, e i quasi dimenticati tartufo bianco e nero.
La qualità è tra l'andante e il dimenticabile, il prezzo per un pasto completo tra i 30 e i 40 euro, non proprio popolare.
I soli motivi per andarci, tralasciando il pellegrinaggio pasoliniano, magari nel tavolo a mo' di altare con dipinto di pietà pasoliniana (vedere per credere), potrebbero essere la possibilità di trovare posto in ogni occasione, visto lo spazio, e il terrazzo con bella vista sul fiume, di giorno e in stagione.
A Roma, come è noto, esiste tutta una serie di trattorie tradizionali romanesche, in cui sembra ci sia un tacito accordo tra ristoratori e clienti su una particolare rusticità di arredamento, servizio e cucina, che i clienti accettano lì ma non gradirebbero in altri tipi di ristoranti.
Esiste poi la categoria più ristretta delle trattorie romanesche dove è stato Pasolini: si riconoscono dal conto salato, da una serie di memorabilia alle pareti (foto, ritagli di giornale, affreschi) e da un maggiore compiacimento nell'aver mantenuto il locale identico a quaranta anni fa.
Al biondo Tevere è il locale dove Pasolini portò a mangiare Pino la rana la sera in cui fu ucciso (lui aveva già mangiato con Ninetto Davoli da Pommidoro a San Lorenzo). Grande locale su via Ostiense, con una sala molto grande, una più piccola con il forno a legna e due dehors, con un menu che si può definire come tradizionale semplice (niente quinto quarto, per intendersi). Antipasti che comprendono anche i fritti da pizzeria, primi con le solite carbonara, amatriciana, cacio e pepe, gricia, fettuccine ai funghi e piatti di pesce tipo spaghetti alle vongole. Secondi con abbacchio alla scottadito, bistecca di manzo, saltimbocca alla romana, frittura mista di pesce, contorni (indovinate) puntarelle e cicoria, dolci come tiramisu, creme caramel, crema catalana, e i quasi dimenticati tartufo bianco e nero.
La qualità è tra l'andante e il dimenticabile, il prezzo per un pasto completo tra i 30 e i 40 euro, non proprio popolare.
I soli motivi per andarci, tralasciando il pellegrinaggio pasoliniano, magari nel tavolo a mo' di altare con dipinto di pietà pasoliniana (vedere per credere), potrebbero essere la possibilità di trovare posto in ogni occasione, visto lo spazio, e il terrazzo con bella vista sul fiume, di giorno e in stagione.
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