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Una decina di anni fa, agli albori della scoperta del Pigneto come quartiere di movida, Kalapà era di fatto l'unico locale dove si poteva mangiare qualcosa di caldo senza sedersi al ristorante, e capitava spesso di non trovare neanche uno spuntone di tavolino dove appoggiarsi e dover mangiare in piedi o sul marciapiede fuori al locale. Oggi che un po' di sana concorrenza è arrivata nel quartiere, ci si siede molto più facilmente.
Un fast food greco, nel senso che si ordina al banco da un menù e dopo una decina di minuti si va a prendere il proprio ordine. Il menu dovrebbe richiamare la cucina greca, di fatto i piatti principali sono le patate ripiene (quelle che gli americani chiamano baked potato e i turchi kumpir) guarnite con una ventina di topping (intorno ai 5 euro) e il piatto souvlaki (6,80), con due minispiedini lontani parenti dei souvlaki con contorno di tzatziki, patate fritte e pita (il menu dice insalata greca, ma abbiamo visto solo qualche pezzo di lattuga).
Leggermente più greca è la lista degli antipasti, mentre nei dessert lo yogurt greco, anche qui con i vari topping, la fa da padrone. Nelle bevande, onesto ricarico sulle birre, mentre la retsina da mezzo litro (4,50) è per chi non si vuole proprio far mancare nulla dei ricordi greci. Qualità andante, opzioni vegan, stoviglie usa e getta, porzioni non troppo generose per un conto che supera difficilmente i dieci euro.
Una decina di anni fa, agli albori della scoperta del Pigneto come quartiere di movida, Kalapà era di fatto l'unico locale dove si poteva mangiare qualcosa di caldo senza sedersi al ristorante, e capitava spesso di non trovare neanche uno spuntone di tavolino dove appoggiarsi e dover mangiare in piedi o sul marciapiede fuori al locale. Oggi che un po' di sana concorrenza è arrivata nel quartiere, ci si siede molto più facilmente.
Piatto souvlaki (ma non ditelo a un greco) |
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