giovedì 30 ottobre 2014

Gelateria del Pigneto

Via Pesaro, 11 
Uno dei primi risultati prodotti dalla gentrificazione del Pigneto, la Gelateria del Pigneto si trova in uno dei posti più tranquilli del quartiere, in questo periodo un po' burrascoso.
Di origine e ispirazione siciliana, produce anche in proprio granite e brioche, anche se queste ultime gli vengono senza la tipica cupola. I gusti con ingredienti siciliani o comunque mediterranei sono il punto forte: cannella, liquirizia, mandorla, pistacchio e cioccolato, anche nella versione al peperoncino. Prezzi in linea con le gelaterie alla moda della città: cono piccolo/medio/grande rispettivamente a 2/3/4 euro.

Nel 2016 la gelateria e il suo proprietario Filippo Ruggieri sono diventati il simbolo, anche mediatico, della lotta allo spaccio condotta mediante la militarizzazione del quartiere. Ciò può comportare spiacevoli effetti collaterali, come, se si chiede una coppetta media al pistacchio, sentirsi rispondere che non costa i normali 3 euro ma è venduta a peso, per una presunta particolarità del pistacchio.

martedì 14 ottobre 2014

Tre rossi del lazio


La reputazione del vino laziale è quella che è. Adriano Aiello su Dissapore lo ha scritto in maniera brillante come di consueto.

Roma è la città del vino. Un momento che argomento: la capitale è tutto un susseguirsi di eventi dedicati a Bacco, oltre a essere ricchissima di enoteche, trattorie e ristoranti dove bere molto bene non è affatto difficile. Ma Roma è anche funestata da una produzione locale, o meglio regionale, generalmente mediocre e senza direzione.
Non sorprendentevi allora che l’uscita delle guide di settore riporteranno la solita comprensibile messa sulla situazione straziante del vino laziale.

Non è stato sempre così, anche se il Lazio mai è stato e mai sarà il Piemonte. Due sono le correnti di pensiero per raccontare questa crisi qualitativa:
Il pensiero tecnico secondo il quale la regione, nonostante sia patria di storie e piantagioni vinicole millenarie, non sia particolarmente votata al vino di grande qualità. Probabile ma sicuramente ci sarebbe spazio per dare vita a maggiori prodotti medi che si integrino meglio con il territorio e accolgano l’esigenza di pasteggiare con un bel bicchiere. Vini gastronomici e schietti ma più centrati insomma, senza difetti e discontinuità evidenti tra le denominazioni.
Il pensiero culturale secondo il quale Roma rimane piazza di saperi antichi e rustici, dove orpelli e fronzoli non attecchiscono. È un pensiero retorico che vede nella ricerca di un buon vino da abbinare alle tante proposte gastronomiche della regione una posa spocchiosa; un attentato a quella poesia romantica fatta di tavolate ai castelli, salumi, porchetta e vinello facile e sincero.
L’idea è suggestiva ma tace alcuni fatti: tipo che una dominazione storica come Frascati non produce vini di rilievo dal referendum su monarchia o repubblica. E che lo sfuso delle trattorie romane è spesso al limite dell’imbevibile, oltre a essere servito a temperature spesso criminali.
Nel marasma spicca comunque il nome di qualche cantina che fa le cose per bene: chi rischia, chi interpreta bene i gusti degli autoctoni, chi ci mette l’anima e chi ha il passo del visionario.

 Il testo completo e l'elenco dei loro 9 vini consigliati è qui .

L'elenco garantito da me è invece il seguente:

- Velletri rosso riserva Terre dei Volsci (detto anche collo storto) sui 7 euro anche al supermercato

- Hernicus Coletti Conti sugli 8 euro

- Mater matuta Casale del Giglio sui 25 euro

giovedì 9 ottobre 2014

Sant'Andrea - Salerno

Piazza Sedile del Campo, 13

Piazza Sedile di Campo è sicuramente il centro dello street food di Salerno.Quasi  in ogni porta è possibile comprare couppi, pizza, panini con milza o kebab. Sant'Andrea permette la stessa esperienza gastronomica ma comodamente seduti a un tavolo con tovaglia e posate. Il cuoppo fritto a 6 euro, pizze da 4 a 9, antipasti 6 euro, molto popolare è l'impepata di cozze prima della pizza, primi e secondi al massimo 10 euro. Anche la voce del coperto é compensata da una spontanea offerta di bruschettine. Peccato che l'impasto della pizza sia pesante, mentre  i condimenti sono molto buoni, e che nel cuoppo, pur abbondante, i vari pesci avevano un uniforme sapore di fritto.
Se invece la comodità non è prioritaria, è meglio andare da O' cuopp e o' vin.
Qui ci sono solo tavoli in posizione precaria nella piazza, uno stuzzicadenti e il cuoppo é molto più piccolo della norma, ma che meraviglia. Rinunciate pure alle alici e scegliete gamberi e calamari, frittura leggera e breve, pesce freschissimo, del resto esposto a vista. Bottiglie di vino bianco o prosecco a 5 euro,  bicchiere (di carta) a 2 euro .Possibilità di integrare con altri banchi di street food -si usa- o naturalmente  di fare il bis se la porzione non vi é bastata.

mercoledì 1 ottobre 2014

Il fantello - Monza

Via Mapelli 7
A pochi chilometri da Milano, una trattoria tradizionale che in città, se ci fosse, costerebbe il doppio. Antipasti a buffet (grandissima scelta, menzione per il formaggio sott'olio) 5 euro, primi 5 euro, secondi 7, piatti unici speciali (risotto con ossobuco, bollito misto) a 11, cucinati in maniera onesta e "familiare". Si trova a pochi metri dal duomo, comprende anche un albergo a una stella (non provato), in una sala grande che deve aver dato il meglio di sè negli anni 50, così come i gestori (per chi scrive questo aggiunge ulteriore fascino, ma chi si aspetta un ambiente "in" potrebbe rimanere deluso). All'ingresso c'è un cartello con menu speciali offerti in determinati giorni, ma di fronte alla varietà e all'economicità della carta, non viene da chiederli.