via del Portico d'Ottavia, 1 - tel. 06 6878637
Ne avevamo già parlato qui, ma nel novero dei posti storici che rimangono più o meno uguali e una visita recente impone di riparlarne. Aperto da quando nel ghetto c'erano solo lui e Giggetto, da una famiglia (si dice) gentile, ma che osservava gli orari e i giorni di apertura ebraici. Forno senza insegna e dai pochi prodotti, sono cambiati solo i turisti in fila e i prezzi. Il resto è praticamente tutto uguale. La fila, i prodotti bruciacchiati, le signore brusche, la pesata fulminea a cui corrisponde un prezzo inevitabilmente tondo. Molti vanno per la torta ricotta e visciole, che va via presto ed è integrata da quella ricotta e cioccolato, ma la nostra madeleine è sempre stata la cosiddetta pizza ebraica, un panetto impastato con canditi, frutta secca e nocciole. Qualcuno dice che è meno condita di una volta, ma forse questo non è un difetto, visto che una volta riuscivano a finirla solo gli stomaci più capienti. Il prezzo, dicevamo, un esemplare di pizza ebraica ci è costato 4 euro, per un prezzo al kg, se abbiamo visto bene, di 25 euro.
venerdì 11 aprile 2025
Boccione
sabato 5 aprile 2025
Trattoria dell'Ardito
Piazza dei Navigatori, 46 - Tel. 06 5122208
Dal 1931 a piazza dei Navigatori, a metà tra Garbatella e Tor Marancia, all'esterno tutto suggerisce una trattoria vintage, dal nome all'insegna e alla costruzione. All'interno, piacevole sorpresa, un servizio attento e cordiale e un menu con tutti i piatti del quinto quarto e della tradizione, dai rigatoni con la pajata alla coda alla vaccinara, la trippa e la coratella. Non saranno i migliori della vostra vita ma le porzioni sono generose e i sapori sinceri. I prezzi, per il 2025, sono piuttosto moderati: si parte da 10 euro per i primi e dai 15 per i secondi. C'è una piccola carta dei vini ma il vino della casa, passabile e imbottigliato a partire dai 375ml, permette di abbassare il conto. Se ne parla bene, ma non abbiamo provato le pizze e il giardino estivo.
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Rigatoni con la pajata |
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Coda alla vaccinara |
martedì 1 aprile 2025
Indian coffee house - Thiruvananthapuram
opp. Railway Station Overbridge, Thampanoor
La storia di questa catena è leggendaria. Aperta nel periodo coloniale per i cittadini indiani, a cui non era permesso entrare nei locali riservati agli inglesi, dopo l'indipendenza, negli anni '50, era destinata a chiudere per fine missione ma, con il sostegno politico del segretario del partito Comunista indiano, fu trasformato in cooperativa e prosegue oggi l'attività con i lavoratori che sono anche proprietari. Caffè, colazione e pasti economici sono serviti tutto il giorno da camerieri in appariscente divisa. Esistono circa 400 locali in tutta l'India (e in Pakistan), quello di Trivandrum è uno dei più stravaganti, progettato dal famoso architetto anglo-indiano Laurie Baker, una torre rotonda con i tavoli in marmo disposti su una rampa a spirale. Il menu comprende un centinaio di voci a prezzi incredibilmente bassi (al massimo 150 rupie, ben sotto i due euro) per pietanze che vanno dal caffè della mattina alla cena, per una sosta tranquilla prima di rituffarsi nel caos della città.
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Menu |
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